Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
I Racconti

Ritorno (seconda parte)

di
Kilaim


Dal Diario dell'Esilio di Kilaim
Ero partito da alcuni giorni per il mio esilio, disfandomi di tutte le armi e dell'armatura, vestito con solo una veste molto economica utile a malapena per proteggersi dalle intemperie. Attraversando una foresta, a causa di un orso, persi lo zaino con tutti i viveri ed il bastone che avevo tenuto come arma da difesa. Non so per quanti giorni vagai senza mangiare ne bere so solo che ero allo stremo delle forze quando mi sentii mancare.
Rinvenni non so quanto tempo dopo in una strana stanza buia, ci misi un po' ad abituarmi all'oscurità malridotto com'ero, ma alla fine riuscii a percepire una luce, era molto debole a malapena percettibile in quell'oscurità, mi diressi lì strisciando e cominciai a sentire delle voci, per un momento rimasi immobile, erano voci di orchetti, un gruppo poco numeroso a giudicare dal poco baccano. Fu in quel momento che desiderai avere un'ascia e subito dopo percepii una presenza dietro di me. Mi girai di scatto e vidi una figura alta coperta da una tunica e da un cappuccio sulla testa.
"Così tu vorresti avere un ascia per uccidere quegli orchetti?" disse, ma le sue parole erano nella nostra lingua segreta.
"Chi sei tu che parli la lingua di Mahal?" risposi io.
"Non stupirti del perché parlo questa lingua, io sono ciò che gli elfi definirebbero un Maiar, sono...", ma non rivelerò il suo nome..., egli è uno dei Maiar al servizio di Mahal l'Artefice, "sono giunto per aiutarti nella battaglia che ti attende." Mentre diceva queste parole intravidi una luce nel suo volto, ma fui costretto a chinare il capo.
Poi continuò dicendo: "Il Mago Oscuro che ha maledetto la tua famiglia era allievo di un Maiar passato dalla parte di Melkor, il male che vai ad affrontare è più grande di quanto pensi."
Allora io dissi: "Oh Potente servo di Mahal, io ho lasciato tutte le mie armi, come posso io combattere questa minaccia?"
E Lui rispose: "Io ti dono l'Ascia che fu di tuo padre, ora con la benedizione di Aule ti aiuterà nella Liberazione".
La fece comparire tra le sue mani, me la consegnò e poi svanì nel nulla.
Ero stravolto dopo un incontro del genere, e non riuscivo a capacitarmi di come avrei potuto spezzare la maledizione solamente con l'ascia della mia famiglia.
Risoluto andai verso gli orchetti deciso a fare strage, niente e nessuno me lo avrebbero impedito, balzai su di loro come una furia inarrestabile, dopo lo strano incontrò infatti ogni fatica era sparita. Dei cinque orchetti solamente uno riuscì a scappare in un tunnel, e lasciandomi dietro gli altri quattro, ormai cadaveri, lo inseguii fino ad una stanza.
Davanti a me una figura scura, guardandomi sorrise, poi con un solo gesto della mano incenerì l'orchetto.
Ero stupito, e non riuscivo a capire ciò che mi succedeva, poi la figura parlò:
"Kilaim erede di Dwin e l'ultimo portatore della maledizione, io sono colui che può togliere per sempre la maledizione, io sono l'erede del Mago Oscuro che vi ha condannato."
"Tu dovresti essere stato ucciso da Dwin e suo figlio" risposi.
"Non fui io a morire quel giorno, ma mio fratello maggiore" disse, poi aggiunse "E come i tuoi avi hanno ucciso mio padre io ho fatto in modo che morisse anche il tuo, io mandai tuo padre in questo mondo prima di te, credevo fosse l'ultimo erede di Dwin, solo dopo seppi delle tua esistenza. Ma con oggi la mia vendetta sarà compiuta."
Poi pronunciò un incantesimo e mi scagliò contro la parete rocciosa, ma avevo ancora l'ascia in mano, mi lanciai all'assalto del mago, incurante del fuoco che mi lanciava contro, e la mia furia si accese.
Mentre combattevo l'ascia, dono del Maiar, cominciò a brillare di una strana luce, e questa luce mi dava forza, ricevetti così tanta forza che alla fine atterrai il mago; ed egli era lì, con la mia ascia alla gola.
"Finiscimi" disse lui, "No" dissi io "Prima sciogli la Maledizione, elimina l'incantesimo e avrai salva la vita!", infatti avevo compreso le intenzioni del mago, convincermi ad ucciderlo così sarei restato pazzo per tutta la vita.
Non so cosa lo spinse, ma pronunciò l'incantesimo e la maledizione fu spezzata. In quel momento sentii il mio cuore risollevarsi, era una sensazione molto strana, come quando ti viene tolto dalle spalle un pesante fardello che porti da molto molto tempo.
Rispettai la mia parola e lasciai andare il mago, ma appena voltai le spalle egli mi saltò addosso nuovamente, allora mi girai di scatto e piantai l'ascia nella sua testa. Poi una grande esplosione, fui scagliato di nuovo contro la parete, e vidi il corpo del mago avvolgersi in una grande fiamma, anche l'ascia rimasta lì ardeva; poi non rimase che cenere.
Uscito dalla caverna ho scorto un piccolo villaggio dove ho potuto riposarmi e curare le ferite infertemi dalla magia del mago. Ho inviato un messaggio, che dovrebbe arrivare prima di me a Midgaard.
Ora sto viaggiando verso l'incrocio deciso a rivedere i miei amici e i miei fratelli nani, per tornare a vivere con loro grandi avventure.








[ Entrata ]   [ Gioca ]   [ Mappa ]