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Heberard, l'Hidalgo della quattrostagioni
Raccontare la storia di Heberad è un pò come sfogliare un libro spiegazzato e polveroso perso in qualche
vecchio mobile e condannato a puzzare sempre come un chilo di formaggio andato a male...
Nascita, come tutti i mortali nasce da una donna in una famiglia di pescatori; il Padre
Mastro Jonas Brahm era consciuto in tutta la regione come il pescatore più
chiacchierone del mondo.
Quindi il Piccolo Heberard, passava le sue giornate tra le reti da pesca e gli infiniti
aneddoti e motti popolari che il padre gli ripeteva tutto il giorno.
La parte più dolce della giornata era però quando, stanco, tornava da Monna Clara.
Quando si prendeva il sentiero per la piccola capanna di famiglia (3 vani e accessori)
era come entrare in un sogno, i prati ai bordi erano sempre colorati di fiori, o in
inverno bianchissimi quasi argentei di neve; ma la cosa che invadeva tutti i sensi era
l'odore di torta di mele di Monna Clara Brahm ti sentivi prendere e sollevare da migliaia
di profumi che si fondevano insieme e ti danzavano davanti invadendo tutti i sensi allo
stesso tempo. (La mia teoria è che un po' di sangue hobbit ci fosse nella mamma).
Ma, ed è il caso di dirlo c'è in queste storie sempre un ma...
Un giorno un uomo misterioso si avvicinò alla piccola capanna, era ferito e perdeva
molto sangue, quando il buon Jonas lo vide si rabbuiò e ordinò a tutta la
famiglia di lasciarlo solo con lo straniero.
Heberard non sapeva che colui che era entrato nella capanna con suo padre avrebbe cambiato
il corso di tutta la sua vita...
Dopo molte ore infatti lo straniero e Jonas uscirono dalla stanza, la prima meraviglia di
tutti fu quella di vedere le sue ferite completamente rimarginate e la sua pelle diventata
argentea come una statua d'argento; la seconda fu di vedere Jonas indossare abiti da
combattimento ed un'enorme ascia bipenne. Qualcosa era successo durante quelle ore, il
viso di Jonas era determinato e spietato come non si sarebbe neanche potuto immaginare in
un povero pescatore.
Jonas presentò finalmente lo straniero, questi era Hipnos il gran maestro di una
gilda misteriosa di potenti conoscitori delle arti del corpo e della mente, era venuto
nella loro casa per chiedere a Jonas di unirsi a lui in una grande battaglia, quella che
avrebbe per sempre fatto cessare la paura nelle foreste ad ovest di Midgaard, quella contro
Arachnos il grande ragno che in quei giorni imperversava in quelle zone.
E così un giorno di pioggia li si vide sparire nella foresta accompagnati dai gemiti
di monna Clara e dalle domande di un giovane più curioso che spaventato.
Per molto tempo furono via, passarono lunghissimi giorni e nella foresta attorno alla capanna
tutti gli animali sembravano muti e terrorizzati da qualcosa che accadeva lontano...
L'attesa fu lunga ma una notte d'inverno Hipnos e Jonas ritornarono, erano feriti e Jonas
si trascinava avanti rabbrividendo per il veleno o per qualche arcano potere di quelle
maledette bestie; una volta seduti raccontarono di aver combattuto duramente con Arachnos e
con i suoi schiavi ma senza successo, la meledetta era riuscita a fuggire non prima
però di aver inferto al povero Jonas un colpo che sarebbe stato mortale se non avesse
avuto l'aiuto del grande Hipnos che parò il colpo col suo enorme scudo da combattimento.
Raccontavano questi ed altri tremendi fatti accadutigli, quando nella stanza contemporaneamente
tutte le luci si spensero come comandate da una sola volontà e tutto quello che
Heberard ricordò era un'enorme figura putrida e spietata avventarsi sul corpo di
suo padre senza neanche tenere conto dei violenti colpi infertigli dagli avversari.
Una marea di enormi ragni piombò dall'alto e distrussero tutto quello che c'era nella
casa seminando veleno nero ovunque mettessero le orrende zampe.
Quattro di loro balzarono sul piccolo cucciolo d'uomo che nel frattempo pungeva le loro
orribili pelli con quegli oggetti che trovava vicino a se, ma caddero su di lui morti, uccisi
da qualche strana formula pronunciata da Hipnos.
Il peso di quelle immonde bestie quasi soffocò Heberard che cadde in un sonno atroce
di morte.
Ma la storia non doveva finire così, il piccolo Heberard si risvegliò in una
radura accanto alla capanna, vicino a lui Hipnos guardava senza dire niente lo spettacolo
macabro della piccola casetta in fiamme.
La sua infanzia finì così.
Hypnos lo prese come adepto e gli insegnò i primi rudimenti delle arti del corpo e della
mente e dopo un estenuante allenamento durato quattro lunghi anni finalmente Heberard era
pronto per l'arena...
Il resto è un'altra storia.
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