Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Khewas


Ombre... tante ombre... che corrono verso di me... mi cercano... giorno e notte... senza fine...
Paura. La sensazione che meglio ricordo della mia infanzia. Dolore, a volte, ma più che altro paura... l'acre sapore del terrore... è una sensazione indescrivibile, senti il cuore salire nella gola, si mozza il respiro, ogni suono è avvertito dieci volte tanto... l'adrenalina sale... afferro un coltello, sguscio alle spalle di quella massa oscura che si muoveva ritmicamente... in modo bestiale... alzo il braccio, accumulo tutta l'energia possibile, trasformo la paura in forza, decisione... e precisione... sangue. Non so quante volte il mio braccio è ricaduto sulla sua schiena, probabilmente ho colpito anche lei, quella donna che giaceva col mostro. La stanza era divenuta rossa. La mia faccia era un miscuglio di terra, sangue e lacrime. Le mie ultime lacrime. Quell'essere, quella creatura immonda non meritava di vivere. L'avevo deciso da tempo. Ogni notte mi osservava scendere sotto il ponte, dove c'era da mangiare... uccidevo cani, gatti e topi. Una volta una donna lasciò li un bambino…non so perché... lo lasciò nella culla, ma io avevo tanta fame, e tanto freddo, e lui non piangeva, perché era al caldo, e il latte della madre ancora usciva dalle sue labbra carnose... sangue. Solo l'odore del sangue mi tranquillizza... quei due possedevano molte monete, molti oggetti... lui voleva prendermi. Lo avevo sentito parlare con quella donna. Dicevano che mi avrebbero preso con loro. Io non voglio stare con loro. Loro non mi farebbero annusare il sangue... e le ombre tornerebbero.
Loro sono morti, e io ho preso la loro roba. Mercenario mi chiama la gente. Ma nessuno mi chiede di rubare qualcosa per lui, di rubare il cuore a qualcuno. Nessuno. E sono solo. Ma il mio coltello è con me. Pronto nel fodero. Lui non mi abbandona. Lui mi vuole bene. Sguscio alle spalle del nemico... ed è morto.
Non ho paura di morire. Lì c'è tanto sangue... non sarei solo. Ma non ci sarebbe il mio coltello. Senza il mio coltello avrei paura.
Eppure le ossa affilate lì ci sono sempre. Mi ci potrei abituare. E sarebbe morte e sangue anche lì.








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