Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Picolo la Roccia che Piange


Erano già tre giorni che camminavo per la foresta, la mia mente era occupata solo dall'immagine delle interminabili file dei giganteschi alberi che potevo vedere in ogni direzione, mi sentivo in una gabbia di tronchi.
Riuscivo a riconoscere lo scandire del giorno e della notte dalla strana luminescenza che assumeva il tetto di foglie nelle ore diurne. Ero perso, non sapevo più da che parte ero entrato, ero troppo preso dal pensiero di fuggire dai goblin delle montagne che mi avevano scambiato per la loro cena per accorgemi di essere penetrato nel profondo della foresta. E' probabile che i goblin non mi seguirono perchè non erano poi così affamati, o più semplicemente avevano trovato una preda più facile.
Stanco e ormai rassegnato alla morte, mi lasciai cadere, appoggiando la schiena al fusto di un grosso albero; a quel punto tutto mi sarei potuto aspettare tranne sentire una bassa e profonda voce baritonale canticchiare allegramente una filastrocca per bambini:
"Mary had a little lamb,
she thought it was quite silly
so she trew it in the air
and caught it by the...

Willy was a watch dog,
sitting on the grass
along came a bumble bee
and stung him up the...

Ask no questions
Tell no lies
I saw a policeman
pulling up his...

Flies are a nuisance
bees are worse
and this is the end
of my silly little verse"

All'ascoltare questa stupida filastrocca non credetti alle mie orecchie, ormai non mi aspettavo altro che sentire gli squilli delle trombe del giorno del giudizio e di vedere i quattro cavalieri dell'Armageddon, ma continuai a sentire solo "Mary had a little lamb...". Ogni dubbio nella mia mente si era dissipato, ed un barlume di speranza si accese. Iniziai ad urlare e, raccogliendo tutte le mie energie residue, corsi verso il punto dal quale mi pareva che provenisse la voce. Dico 'mi pareva', perchè ad un certo punto mi comparve alle spalle una figura immane. Era un uomo (e questo era rassicurante), dall'abbigliamento un Forester, alto almeno un metro e ottantacinque, con delle spalle enormi ricoperte da un ampio mantello verde... direi verde "foresta", una preziosa spilla-foglia dorata fissava il manto al petto, si intravedeva una casacca rosso brillante, e dei pantaloni di tessuto elfico, anch'esso di colore "verde foresta". Infine l'uomo indossava un paio di grossi stivali lucidati, del quarantasette, seppi in seguito. I corti capelli biondi sembravano scintillare nella penombra della foresta.
Intimorito per certi versi dall'imponenza della figura che mi trovavo innanzi, ma del tutto rincuorato dalla benevola luce che scorsi nei suoi occhi verdi, masticando un maritozzo che mi aveva allungato, gli chiesi: "Chi... Chi sei?"

"Picolo" rispose, lo guardai stranito "E' il mio nome, Picolo" con un tono veramente bambinesco, e una voce così cavernosa che, sebbene non fosse nè il luogo, nè momento adatto, scoppiai in una risata e inondai il pavimento erboso di briciole... dovevo chiamare questo bestione... Picolo? Il Forester rise assieme a me, forse avvezzo a reazioni di questo tipo, anche se non molti hanno avuto mai il coraggio di ridergli in faccia, data la sua mole.
Ecco come ho conosciuto Picolo, chiamato da molti La Roccia che Piange, ma per me non fu altro che il mio migliore amico. Un giorno vi narrerò altre sue storie, ma già da questi pochi tratti avrete capito che tipo strano è, al massimo chiedetene conferma a chi l'ha conosciuto. Per il momento è sufficiente che sappiate che se passeggiate per le contrade di Silmaril, e incontrate Picolo, vi trovate innanzi ad un grande, è il caso di dirlo, amico e che sarà sempre in grado di tenervi allegri. Sempre che siate servitori del Bene.


Francis dell'isola Verde








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