Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Rajven


Il peregrinaggio di un'anima

Chi sono io? Bhe, non è una domanda che ha una facile risposta... comincerei dal vero inizio, l'inizio di tutto: la mia creazione.
Ebbene, la mia essenza vitale è stata concepita nello stesso modo di tutte le altre, non ha però compiuto lo stesso viaggio; dopo essere stato creato, infatti, un'entità scura, nera come il vuoto della non-esistenza, mi ghermì. Venni condotto in un nero luogo di solitudine... non ho veri ricordi di quello che accadde, solo sensazioni. Ciò che ricordo è una persistente solitudine, e la spiacevole sensazione di essere osservato da roventi occhi di tenebra. Non ho idea di quanto la mia essenza vitale rimase in quel luogo (anche se penso che quel luogo non rispettasse le normali regole del tempo che ogni Piano dell'Esistenza possiede), so solo che quegli occhi roventi rimasero a scrutarmi per tutto il "tempo". In qualche modo, l'oscura presenza mi rese conscio dei suoi piani, di cosa voleva fare, e di come voleva servirsi di me come suo emissario: dopo di che mi risvegliai in un corpo di demone, serbando tutti i ricordi della mia esperienza ultraterrena.
Quello che vidi attraverso gli occhi di quel demone fu a dir poco abominevole (e credo fermamente che non esista un termine per descrivere quello che provai). L'intero paesaggio si riduceva ad una polverosa pianura sterminata di colore grigio, che si incontrava in un punto indeterminato con il cielo dello stesso colore, quest'ultimo pervaso da tetre nuvole che viaggiavano e vorticavano ad una velocità anormale; tutto questo paesaggio era illuminato da una luce irreale, senza colore né fonte, e di tanto in tanto era possibile scorgere nel cielo un gran sole rosso che ricopriva un buon quarto di tutto il cielo.
Questo abominevole paesaggio era teatro di atti che solo il male può ispirare: battaglie cruente e altrettanto cruenti sacrifici in onore della tetra entità di cui ero l'emissario; un luogo invaso da demoni a me (purtroppo) simili, dove vigeva una sola regola, quella del sangue. Il mio animo non potendo sopportare oltre quella vista orribile si annichilì e portò alla morte il demone in cui era contenuto. Dopo di questa ritornai nel luogo nero, casa dell'altrettanto tetra entità che mi aveva fatto assistere a quell'abominio: mi "disse" (ciò che comunicava non erano parole, però le comprendevo) che quello era un mondo che moltissimo tempo fa era riuscito a conquistare (non seppi come ci fosse riuscito), e che quello era il destino riservato a tutti gli altri mondi che erano nelle sue brame.
Il mio essere era come svuotato, incapace di voler continuare a esistere: non mi capacitavo come l'intero universo potesse essere tetro... non conoscevo ancora l'esistenza della luce.
Un "giorno" (non trovo altro modo per esprimermi... non riesco a descrivere il passare del tempo in un luogo dove il significato del tempo stesso è trasceso...), la tetra entità mi mostrò il luogo dove intendeva mandarmi: mi disse che quel mondo non aveva ancora visto la potenza dell'oscurità, e che io dovevo diventarne l'araldo per conto suo. Appena vidi quel luogo incontaminato dall'oscurità ne rimasi abbagliato! Era un mondo traboccante di luce e felicità, qualcosa che non avevo mai visto!
Da quel momento capii come tutto quello che ero stato costretto a vivere era sbagliato e che c'era un'alternativa!
Forte di quel nuovo sentimento, mi ribellai al volere dell'entità dagli occhi roventi: adirata, essa scagliò la sua ira su di me sotto forma di maledizione. A causa della speranza che nutrivo di divenire parte di quella luce e scordare tutto il male che avevo visto, egli mi condannò a serbare il ricordo, in tutte le mie future esistenze, dell'oscurità di cui ero stato testimone e di conseguenza, di tutte le vite che avrei affrontato. Ardente di quella speranza mi beffai della sua maledizione, egli mi scagliò lontano con ulteriore rabbia.
Mi ritrovai a galleggiare in uno strano Piano... qualcosa di simile alla non-esistenza e sia ben chiaro, solo simile! Non penso sarei riuscito a venirne fuori se fosse stata vera non-esistenza! Ebbene, vagai in quel piano per non so per quanto, e per tutto quel quanto di tempo mi rimase impressa quella visione lucente che mi aveva così abbagliato: era quello ciò che volevo! Volevo sapere cos'era la luce, e per saperlo avrei fatto qualsiasi cosa! Fu allora che smisi di galleggiare e mi ritrovai in piedi all'interno di una specie di cappella circolare, illuminata da una luce soffusa: non potevo vedere cosa si stagliava all'esterno, però all'interno, al centro, c'era una fiaccola su cui risplendeva una fiamma di uno strano colore mai visto prima rassomigliante al turchese. Una voce di donna, severa e al contempo rassicurante, con un sussurro mi chiese "Chi sei?": stavo per rispondere quando mi accorsi che non avevo mai pensato a darmi un nome. "...Rajven..." risposi istintivamente, poi la voce tacque. Qualcosa mi spinse a toccare la fiamma e quando la raggiunsi col dito tutto il mio corpo cominciò a divampare della stessa fiamma della torcia. Non sentii dolore e quando la fiamma che mi bruciava addosso si spense di colpo, notai che la fiaccola era consumata e ormai spenta. Fu allora che sentii una voce che da sussurro divenne chiara e disse "...ora capisco perché ti ha tratto via al momento stesso della tua nascita! Ma ora che hai ricevuto la Fiamma e ne sei diventato il Custode non oserà farti più nulla. Ora va, e porta ciò che hai dentro a coloro che ne sono privi!".
Sentito questo nacqui DAVVERO. Di ogni vita che ho trascorso ricordo poco perché, verso i quindici anni la maledizione dell'oscura entità si avvera ogni volta: tutti i ricordi del mio "viaggio", tutto quello a cui ho assistito, riaffiorano e penso che quella valanga di ricordi o meglio, sensazioni, si sia sovrappongano ai ricordi di ogni vita lasciando solo una traccia di belle sensazioni.
Non so quante vite ho sulle spalle ma i ricordi di tutte in questo mondo chiamato Silmaril, sono molto più chiare. Dell'infanzia in questo mondo mi rimangono solamente delle sensazioni molto belle e rassicuranti.
Verso i diciassette anni, ebbi una rivelazione da un sogno: rivissi la scena della cappella con la fiaccola e al mio risveglio finalmente capii quello che intendeva la voce nella cappella! Ero diventato il custode di una fiamma speciale, la Fiamma della Speranza, e il mio compito era quello di attizzare nelle persone spente il suo fuoco, in modo che continuasse il suo destino, che continuasse a sperare. Consapevole di questa missione cominciai il mio peregrinare verso Midgaard con la speranza di poter rivedere un giorno quel mondo di luce e felicità.








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