Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Locanda del Granchio Rosso

I Racconti

Negli ultimi giorni Cleylot si vede poco, si aggira per le zone meno popolate e più oscure meditando sul suo futuro, cercando la strada più giusta per soffrire meno e portare meno sofferenze. Combatte contro la sua nuova natura vampirica...


Silenzio... solo un irreale silenzio in quel cimitero... Vagavo ormai da ore fra quelle tombe secolari, aggredito ogni tanto da maligne creature necromantiche, quando intravidi fra gli alti cipressi una chiesetta. Esternamente appariva estremamente fragile, quasi fosse sul punto di crollare. Il tempo distrugge tutto, pensai, opere materiali e non... Compatii i poveri umani, che con le loro brevi vite non riescono ad assaporare in pieno l'armonia del creato... La solita arroganza venata di malinconia per una razza ormai avviata al declino, lento ma glorioso... Entrai dunque, e trovai un sacerdote che officiava messa con rituali sconosciuti, senza neanche sacrificare animali agli dei... La sua voce era però suadente, dolce e, cullato dal ritmo delle sue parole astruse, mi assopii su una delle panche... Non so quanto tempo abbia passato dormendo profondamente, ma so che quando mi svegliai mi parve di aver sentito un urlo soffocato provenire da sotto il pavimento. Eppure la chiesa sembrava priva di passaggi segreti e, stolto che sono, pensai che il covo dei necromanti non potesse trovarsi proprio sotto terra consacrata, nel bel mezzo della città di Midgaard... Il prete era intanto sparito senza lasciar tracce, ma notai che aveva lasciato sull’altare su cui officiava una strana chiave argentea, di pregevole fattura e adorna di motivi floreali, ma con un inquietante teschio impresso sulla parte iniziale... Incuriosito dal rito, mi diedi ad osservarne i resti sull’altare, ingombro di calici e oggetti sacri, e vidi che, seminascosto da un drappo di logoro tessuto, ormai inidentificabile a causa della sua età, vi era una piccola fessura, e attorno a questa era disegnato per 5 volte, a schema pentagonale, lo stesso teschio presente sulla chiave... Incuriosito, introdussi la chiave, e l'altare cigolando si mosse su di un perno occulto, rivelandomi un passaggio sotterraneo verso quella che sembrava essere una cripta... Discesi le scale di pietra che conducevano in un grande atrio, con una grande porta ad arco sopra la quale erano impressi alcuni stemmi, ormai erosi dal passare implacabile delle lune... Il locale era abbastanza pulito e recava molte vestigia di un passato che certo doveva essere stato luminoso, ma che si trovava ora nella più completa decadenza... varcai l'arco e venni improvvisamente assalito da una delle disgustose creature conosciute come ghoul, i terribili divoratori di carni morte, che non disdegnano di tanto in tanto avere della carni ancora palpitanti nelle loro bocche esangui... Naturalmente, un buon getto d'acido mi liberò in modo rapido ed igienico dell'imprudente sgorbio... Vagai per qualche tempo nelle varie cappelle della cripta, ed esse erano dedicate ad uomini, sicuramente molto importanti, come si poteva dedurre dagli affreschi rimasti sulle cappelle antistanti le loro tombe finchè non incappai in una stanza colma di scheletri e ghoul... e peggio ancora... di pezzi di carne umana. Fluidi corporei erano sparsi per tutta la stanza, e provai una forte sensazione di vomito che dovetti prontamente ricacciare per respingere l'attacco delle orribili creature... Un minuto dopo i moncherini fumanti di ciò che erano mostri, giacevano dinanzi a me... Proseguii dunque nella mia esplorazione e dopo aver varcato molte soglie (e aver raccattato qualche gemma dalle molte che adornavano i pochi sepolcri intatti...), trovai uno spirito, che mostrandomi una pergamena, mi convinse a scendere in alcune catacombe sottostanti per eliminare un fantomatico vampiro, che secondo lei avrebbe causato la distruzione di Midgaard... Ordunque scesi nelle catacombe percorrendo delle scale luride, e arrivai così in una zona in cui il puzzo delle camere soprastanti sembrava quasi un profumo... topi enormi percorrevano le sale e l’umidità e gli spifferi, uniti alla più totale oscurità non facevano che accrescere i miei timori... Ad un tratto trovai un varco, e pensai che da lì avrei potuto tornare indietro, ma appena percorso lo stretto pertugio, mi trovai in un'altra serie di gallerie, ancor più intricata della precedente... vagavo ormai, disperando di trovare mai un'uscita da quel sudicio e puzzolente labirinto, quando all'improvviso notai nelle ombre, grazie agli dei che mi diedero il dono di vedere fra le ombre, una figura molto diversa da quelle che avevo incontrato fino ad allora... Anche al buio, la zona in cui si trovava mi appariva ancor più oscura del resto dell’area... mi domandai il perchè: forse una qualche sorta di energia magica tentava di proteggerlo da sguardi indiscreti... Indeciso sul da farsi, diedi retta a quella voce interna che non avevo sino ad allora mai seguito, ma che in quel momento urlava dentro di me di proseguire... che non avrei avuto nulla da temere... Il mio orgoglio e la mia vanità si unirono, e a nulla valsero i tentativi della mia ragione di cercare di evitarmi il mio triste destino... Entrai... senza nessuna precauzione... pensavo di poter facilmente distruggerlo, qualunque cose egli (o ella...) fosse... Non feci in tempo ad entrare che un poderoso fendente colpì la mia povera spalla... i miei occhi non misero bene a fuoco all'inizio... ma poi vidi che ciò che giaceva sul terreno era un pezzo delle mie carni proveniente dalla mia spalla martoriata... La creatura intanto mi saltava intorno... quasi a prendersi gioco di me... Richiamando le mie energie, diedi inizio ad un combattimento disperato, le sue ferite dovute ai miei incantesimi mi sembravano gravi e forse avrei potuto vincere, pensai... Ma lui non dava il minimo segno di cedimento... i suoi colpi si susseguivano sul mio corpo... le mie forze iniziavano ad abbandonarmi... presto fui troppo stanco persino per tentare una fuga... un'azione disperata, che all'inizio avevo recisamente rifiutato finanche di pensare per la mia volontà di supremazia su quella cosa, ma che ora mi sembrava come l'unico modo di sfuggire al mostro... Ero sempre più debole... e caddi infine semisvenuto in terra... la creatura mi si fece vicino... la potevo vedere... i suoi contorni sfocati mi erano sempre più vicini e un suono gutturale che proveniva dalla sua gola putrescente, simile ad una malvagia risata, riecheggiò nella mia mente... Quando vidi la sua bocca aprirsi, capii... capii improvvisamente che ciò contro cui mi ero così stupidamente avventato era un vampiro... ma ormai ero troppo stanco per poter fare qualsiasi altra cosa... Solo, mormorai una preghiera agli antichi dei, affinchè il mio spirito non andasse ad ingrassare il pasto del Divoratore di anime... avvertii solo un lieve formicolio quando i denti del vampiro penetrarono le mie morbide carni e succhiarono ogni residuo fermento di vita dal mio corpo esanime...

Cleylot








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