Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Locanda del Granchio Rosso

I Racconti

Testo riunito dalle pergamene sparse di Xiu Morvisian:


Tutto ha un antefatto...
Il mio viaggio all'inferno fu concepito quando ne trovai l'accesso... Avevo sentito parlare di eroi che erano persino tornati da quel posto, dei racconti terribili dei deboli supersiti e di quelli appassionati dei più irriducibili combattenti... immaginavo che i portali dell'abisso fossero nascosti in luoghi remoti, vulcanici, con una natura maligna e già di per sè pericolosi. Mi sbagliavo. Durante una delle mie esplorazioni, per la precisione mentre passeggiavo tranquillamente per riposarmi, accontentai la mia curiosità e seguii una serie di... porte?! ...che mi portarono di fronte a una sorpresa incredibile. Non capii subito. Mi sembrava troppo irreale. E non mi addentrai nemmeno nella porta, ero ancora ferito da un recente scontro e mal equipaggiato per una nuova esplorazione e per verificare quell'irrealtà. Così me ne andai, richiudendo il luogo al suo segreto. Tornato a Midgaard, cominciai a riflettere molto intensamente. Ora che ero di nuovo in città, fra gli abitanti conosciuti, i negozi e il "C'era una volta", mi sembrava di aver sognato. Dubitavo persino della mia vista. Da tutto ciò nacque il mio desiderio di tornare in quel posto e l'occasione si presentò quando, incontrato un amico, decidemmo di partire per un nuovo viaggio.

Il mio fedele compagno è Araglar, colui che mi ha aiutato a tornare fra i vivi, nella luce. Colui che, forse senza rendersene conto, mi ha convinto ad abbandonare gli inutili vagabondaggi fra rovine e foreste predato dai miei pensieri più tetri quando ero ormai solo uno schivo eremita. Con lui ho ripreso ad inseguire la conoscenza. Un giorno saprò essere all'altezza del suo aiuto.

L'inferno è un luogo poco invitante se ci penso ora, dal piccolo tavolo di questo piccolo stanzino in questa locanda nella quale mi trovo ora. E' un luogo immenso, subdolo, la discesa infernale... stranamente mi sono trovato a mio agio lì. Non ho mai perso l'orientamento e dopo la prima esplorazione mi sono sempre ricordato la strada sia per raggiungere i piì profondi e oscuri cerchi sia per tornare. E' strano portare la luce nel regno dell'oscurità. E' stato un viaggio interessante, non ero spaventato, ma nemmeno eccitato: se qualcuno mi avesse guardato in volto avrebbe pensato di scorgere totale indifferenza verso quel luogo. In realtà ero affascinato dalla novità, ma l'emozione era superata e spenta dalla sete di conoscenza che voleva subito essere saziata. Ho imparato ad usare nuove capacità che non pensavo di avere e a osservare tutto da una prospettiva diversa. Gli esseri che popolano quel luogo... non ho ancora parole per descriverli, sono una schiera molto numerosa. Non mi è piaciuto dover combattere per farmi strada. Preferirei non usare questi mezzi, ma ho dovuto rassegnarmi.
L'inferno non è un posto in cui riposarsi tranquillamente, di sicuro non nelle più profonde oscurità. In compenso si trovano oggetti molto utili e alcuni veramente strani... quanto i loro proprietari.
Vorrei tornarci ancora. Devo capire ancora alcune cose e avere il tempo di osservare anche i passaggi meno frequentati. Vi sono tornato già più volte da solo, ma non sono potuto arrivare al punto in cui persino con coraggiosi compagni mi ero dovuto fermare.
Al più presto vi tornerò con una compagnia e conosco un elfo che non esiterebbe ad accompagnarmi...








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