Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Locanda del Granchio Rosso

I Racconti

E' troppo complessa la psiche umana per essere banalmente ristretta nei concetti di bene e male...


Dopo essermi rifocillato per bene, uscii da Midgaard e mi diressi verso la foresta dei nani. Non avevo una meta precisa, camminavo osservando tutto ciò che mi circondava perché era da poco che calpestavo quei luoghi e tutto mi sembrava veramente molto interessante. Arrivai ad un incrocio e mi diressi verso sud ... un rumore di battaglia turbò la quiete di quel posto, mi avvicinai quatto verso quel frastuono di acciaio contro acciaio, e nascosto dietro un cespuglio vidi un possente guerriero che tempestava di colpi un robusto nano che con affanno cercava di parare quella miriade di fendenti. Rimasi estasiato, il nano oramai perdeva sangue da molte ferite, cercò di scappare ma con un affondo il guerriero lo trapassò, il nano cadde a terra morto. Estratta la spada dal corpo il guerriero di cui non conoscevo il nome leccò il sangue dalla sua arma. Io mi ricordai di respirare e feci per andarmene ma lui, senza neppure voltarsi tuonò "Vi è piacuto lo spettacolo? Muhahahaha uscite fuori!!". Ormai scoperto, uscii cercando di rimanere fiero nella mia armatura. Mi inchinai e lui mi chiese "Perché mi stavate spiando? Avete fretta di morire?" io risposi in tutta franchezza "No messere, il vostro modo di combattere mi ha colpito". Poi non sapendo come giustificarmi oltre aggiunsi "Vorrei imparare da voi l'arte del combattimento". Subito mi pentii di quelle parole dette senza riflettere, ma con mio grande stupore il guerriero disse "E sia, avete coraggio e sto cercando un compagno per il mio vagabondare, vedo nei vostri occhi la stessa mia sete di sangue". Ma quale sete di sangue pensai, che guaio. Bhè cari avventurieri, mai giorno è stato più fortunato per me. Il guerriero mi portò con se, uccideva i nemici che si presentavano davanti a noi, non lasciandomi il tempo di alzare la mia poderosa ascia e beffeggiandomi diceva "Fate qualcosa anche voi, sempre a guardare ahahahahah". Via via i nemici diventavano sempre più forti ed io aiutavo il mio maestro nel combattimento. Lui mi guardava con orgoglio fiero del suo lavoro. Ho imparato tanto, ho vissuto tante avventure al limite della pazzia, ho appreso tecniche che nessuno conosceva ma soprattutto, ed è questo che mi urgeva raccontarvi, ho trovato un grande amico. Una frase che era solito ripetere ancora oggi mi ronza nel cervello. <<La forza non sta nelle braccia, ma nel cervello mio fido compagno>>. Avventurieri di Silmaril ancora oggi calpestiamo queste terre, possiamo essere i vostri più fidi alleati o i vostri più acerrimi nemici.
Una cosa sola. Grazie Gelesad!








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