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Mi sposto rapido, silenzioso, quasi di corsa. La foresta si apre a tratti,
lasciando intravedere l'ombra lontana. Una, due svolte, conto i miei passi frettolosi, celandomi
ai lupi.
Poi vedo il boschetto e mi fermo.
So che i guardiani delle porte d'accesso si trovano qui.
Entro e mi assalgono all'improvviso: scopro che posso difendermi, mi sposto con calma, cercando
i nemici rimasti isolati.
Ancora una volta un triste sorriso mi tira le labbra mentre constato che, come spesso mi accade,
non imparo nulla.
E' strano: dopo tanto girare mi ritrovo davanti all'entrata, lascio allora andare i miei passi
fino a perdermi nel buio, trovando, come per caso, qualcosa di strano: un avventuriero smarrito
sembra segnare l'entrata di una torre, forse colpito da magica condanna.
Entro e mi appare incompleta, i negozi sono vuoti come appena aperti o come se i disillusi
proprietari non osassero più sperare in nuovi clienti.
Trovo una cucina ... poi esco e la vedo ... coperta di polvere la botola mi chiama.
Quasi non riesco ad aprirla tanto è antica e mi fermo indeciso leggendo il destino.
Scendo ed osservo incerto: cunicoli ovunque, vuoti, come dimenticati e lui giace solo.
Lo osservo dormire mentre bramo la chiave.
Lo guardo di nuovo ... è molto più forte ... ripenso ai guardiani ... e voglio
imparare.
Lo attacco, si sveglia, reagendo più lento di quanto temessi.
Mi strappa un sorriso e credo sia fatta.
Mi cade la spada, mi chino e non posso raccoglierla
non ho mani!
non ho bocca!
Scappo ferito, debole, forse per sempre mutato.
Mi siedo ... aspetto ... rivoglio il mio corpo, ... rivoglio la voce, ... rivoglio ...
Lascio scorrere le ore. Ripenso ai guardiani. Mi sento indifeso.
Potrei affidare il mio corpo al carceriere addormentato, son certo lo custodirebbe fino al mio
ritorno ... nella cella buia ... che sa di muffa ...
Dirigo i miei passi verso il bosco e i guardiani.
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