Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
Ascolta le Avventure
Locanda del Granchio Rosso

I Racconti


Midgaard, ore 6 del Giorno della Luna, 21o del Mese del Sole.

Caro Lucazeo

Munin... appena ho letto la tua richiesta mi son detta che già avevo sentito questo nome! Però non ricordavo dove! Che dilemma!
Non c'era tanto da fare: tu volevi una raffigurazione di questo Munin e io, sempre molto indaffarata, volevo andare a cercartelo; ma non avevo tantissimo tempo: non è che una dopo che diventa una guerriera fortissima e bravissima non ha più nulla da fare! Dovevo anche continuare con la mia ginnastica, perché gli anni incalzano e non sono più elastica come prima nonostante... vabbé veniamo alla storia.

Quindi ti dicevo... tu volevi questa raffigurazione e io pensavo: "Che abbia la sua raffigurazione!". Così ho chiesto aiuto ad una barda che attraverso la sua magia mi localizzasse una qualsiasi immagine, quadro, miniatura, scultura presente nel nostro vasto mondo e pensa un po': ne esisteva una sola! Lei diceva che era un magnifico quadro e che lo recava con sè un sempliciotto, un paesano che stava traslocando e che di più non poteva dirmi... comunque l'ho incuriosita con le mie chiacchiere e lei ha continuato le ricerche senza che io le chiedessi nulla. Infine mi è venuta a riferire che il quadro portato dal villano rappresentava il re dei nani... peccato che questo tizio si chiamasse Medes!
Quindi ero daccapo! La mia memoria labile non mi permetteva di ricordare dove avessi già udito questo nome e la mia cultura eccelsa mi aiutava ben poco.
Una notte lo sognai: un vecchio imponente tutto barba e capelli che mi ricordava un eroe della mia infanzia, con l'unica differenza che l'eroe della mia infanzia non era così deperito e vestiva di rosso, con due cani ai suoi piedi... no! Erano lupi! Si, due bellissimi lupi e due corvi posati su di lui, uno per spalla. C'ero arrivata! Munin era uno di quegli animali: era il corvo! L'altro si chiamava Hugin e i due lupi Geri e Freki. E quel signore non era Babbo Natale... era Odino! Odino che un tempo era stato il re di tutti gli Dei e patrono di Midgaard.
"Si ma adesso dove la trovo una raffigurazione di quel corvo? Mmmm... Tanto per cominciare mi recherò in quella dimensione parallela che è la vecchia Midgaard e poi... vedremo!"
Così, aiutata dalla ierofante, ho trovato il varco, ma non ricordavo bene la vecchia strada e prima di arrivare alla città mi sono imbattuta in un bardo. Questo era un tipo carino, un po' mingherlino per me in effetti, ma una persona davvero piacevole! Mi sono fermata un po' ad ascoltarlo, stava cantando delle canzoni sulla gloria di Thalos e mi son lasciata sfuggire un commento del tipo "Se la vedessi ora..." a cui ha risposto aggrottando la fronte. Che bello! Anche nella dimensione parallela avevo incontrato qualcuno con cui scambiare delle chiacchiere! Così gli ho detto di Thalos e di com'era ridotta e lui si è intristito un po', ma poi mi ha subito chiesto che ci facevo là e io ho tentato di spiegargli il problema.
Come ho detto, questo bardo era una gran bella persona, gentile e acculturato, sapeva un po' di cose su questo corvo e sul suo padrone e mi ha raccontato la storia cosė:

"Come il Fuoco fu il dono di Prometeo agli uomini, così le Rune sono il dono di Odino, il più importante di tutti gli dei.
Signore del Cielo e della Terra, dio della Vittoria, è considerato l'inventore della scrittura runica e delle arti, legislatore e saggio dotato di grandi poteri di chiaroveggenza e divinazione. Egli infatti aveva bevuto alla fonte di Mimir, lo spirito della saggezza, il quale aveva preteso in cambio il suo occhio sinistro. Dal suo seggio celeste Odino veglia sul mondo. Due corvi, Hugin (il pensiero) e Munin (il ricordo) gli recano le notizie. Al suo palazzo, il Walhalla, nell'Asgard (Il giardino degli dei) egli chiama gli eroi caduti in battaglia. Il suo sacrificio consistette nel rimanere appeso per nove giorni e nove notti a testa in giù sull'albero dell'Yggdrasil, l'Albero del Mondo. Ferito dalla sua stessa spada, straziato dal freddo, dalla fame, dalla sete, solo e senza aiuto, nell'attimo in cui stava per cadere a terra privo di sensi, vide le Rune, e con le ultime forze le afferrò.
Così recita il Poema Nordico Havamal, o Canto dell'Eccelso:

Io so che da un albero al vento pendetti
Per nove intere notti
Da una lancia ferito e sacrificato a Odino
Io a me stesso
Su quell'albero che nessuno conosce
Pane nessuno mi dette, né corni per bere;
Io in basso guardai
Trassi le Rune, dolorante le presi:
E ricaddi di là.
Cominciai a crescere bene e a prosperare.
La Parola mi conduceva verso nuove parole
E verso nuove azioni..."

Mi ha condotto sino al tempio e mi ha mostrato la raffigurazione del dio, poi mi ha donato una miniatura molto carina che è questa

ed è praticamente identica a quella che si trova al tempio. Io te la dono anche se magari non è questa che cercavi.
Ho salutato il bardo e ho ripreso la strada per Midgaard.








[ Entrata ]   [ Gioca ]   [ Mappa ]