Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Locanda del Granchio Rosso

I Racconti

Raramente nascono killer per scelta, il più delle volte si tratta di errori con cui non è bello convivere, ma che è necessario accettare, così come ha fatto Draugkhelek...


Era un giorno come tanti, un po' nuvoloso forse, ma che non lasciava presagire ciò che sarebbe successo da lì a poco. Nel mio vagabondare nelle terre intorno alla capitale Midgaard avevo incontrato molti guerrieri che, pieno di rispetto e ammirazione, avevo osservato combattere e che avevo ascoltato raccontare le proprie gesta. Quel giorno, dopo il mio solito errare alla ricerca di avversari sempre più forti, mi ricordai di aver notato nel fodero di un guerriero una spada... strana: era completamente nera ed emanava un'aura malvagia che già allora mi aveva colpito e mi aveva spinto a desiderarla. Reputando che il momento di possederne una uguale era ormai giunto iniziai a cercare il modo di ottenerla. Mi recai da tutti gli armaioli che conoscevo, persino da Mario il trafficone, sperando che ne avessero una tra le loro merci, ma niente: quella spada sembrava introvabile. Di certo non sono il tipo da arrendermi tanto facilmente, però, dopo ore e ore di ricerche andate a finire nella maniera peggiore, decisi di fare una pausa e di recarmi al bar del "C'era una volta" per prendermi qualcosa da bere e riposarmi un po'. Mi diressi lì con molta calma, continuando a pensare in che modo ottenere l'oggetto del mio desiderio. Arrivato al bar salutai Frank (ormai eravamo diventati amici tante erano le volte che mi recavo da lui per raccontargli le mie "grandi imprese" e per divertirmi un po') e gli dissi di portarmi un boccale di birra. Chiesi anche a lui se aveva mai visto una spada del genere e se sapeva in che modo ci si potesse procurare quella lama nera, ma anche da lui ricevetti un'amara delusione. Restai in silenzio a fissare il mio boccale a lungo finché le mie orecchie catturarono parole che mi risollevarono il morale: "Durante il mio viaggio mi sono imbattuto in un troll che mi ha dato parecchio filo da torcere: era molto aggressivo e con quella strana spada nera faceva il Diavolo a quattro! Ce n'è voluto di tempo prima che riuscissi ad ucciderlo!". Mi girai e vidi che a parlare era stato un guerriero pieno di cicatrici che sembrava saperla molto lunga sulle terre intorno alla Capitale e non solo. Mi avvicinai a lui e, presentandomi, gli chiesi gentilmente informazioni riguardo quella spada; ascoltando la sua descrizione i miei occhi si colmarono di gioia nel riconoscere la spada! Ringraziai il guerriero, pagai e salutai Frank e me ne andai in fretta dal bar: ero troppo felice per aspettare! Ormai sapevo dove prendere la spada; ormai era MIA!!! Uscii da Midgaard e mi recai all'incrocio delle varie strade che collegano alla capitale gran parte dei territori orientali. Da lì doveva partire la mia ricerca. Mi fermai nel mezzo dell'incrocio chiedendomi quale strada dovessi percorrere; non c'era nessuno nei dintorni al quale chiedere un'informazione, quindi capii che dovevo cavarmela da solo. Era troppo rischioso girovagare per terre sconosciute senza un'affidabile guida, tanto più che stava calando il sole. Fu allora che decisi di ricorrere alla magia. Concentrandomi il più possibile cercai di evocare il possessore dell'arma... e ci riuscii! La battaglia iniziò subito: il troll, infatti, era aggressivo come il guerriero della locanda lo aveva descritto e non aveva esitato ad attaccarmi non appena si era reso conto della situazione! Combattemmo a lungo: io usando tutti i mezzi e le magie a mia disposizione, lui continuando a sferzare colpi con la sua ("ancora per poco" pensavo) spada. Fu verso la fine della battaglia che accadde l'inaspettato. Arrivò infatti nel luogo della battaglia un ninja con il quale non avevo mai avuto a che fare: Funiji. Questi, totalmente ignaro della mia battaglia, avanzava portando con se un troll del tutto simile a quello con cui stavo combattendo, probabilmente un suo prigioniero catturato in chissà quale viaggio. Vedendomi combattere sorrise e si accomodò per osservare la battaglia; come dargli torto! Spesso le battaglie sono così eccitanti che è impossibile non fermarsi per assistere! Tuttavia la sua decisione di fare da spettatore con il suo troll mi costò cara: fu proprio per la sua presenza (ma anche per la mia inesperienza, sia chiaro!) che divenni un fuorilegge ricercato dalle guardie di Midgaard!
La mia contesa era quasi giunta alla fine: vedevo il mio avversario grondante del suo verdognolo e appiccicoso sangue e con l'espressione stanca e in cuor mio mi dicevo che ormai era fatta. Anche io accusavo i suoi colpi e la stanchezza mi stava lentamente ghermendo nella sua morsa. Se non avessi finito in fretta saremmo capitolati entrambi o, nel peggiore dei casi, solo io. Chiusi per un secondo gli occhi e, raccogliendo le poche forze che mi rimanevano, concentrai nelle mie mani una grande quantità di energia elettrica. Pronto a scagliare il fulmine sul mio avversario, contando di ridurlo finalmente ad un ammasso di carne inerte, aprii gli occhi in cerca della mia vittima. Fu lì che la stanchezza mi ingannò e mi fece commettere il crimine del quale ancora oggi mi pento! Aprendo gli occhi, infatti, mi ritrovai davanti il troll che Funiji portava con sé e, confondendolo con quello col quale stavo duellando, gli scagliai contro il mio fulmine. Non mi ero infatti accorto che il mio avversario era scappato con la coda tra le gambe approfittando del mio attimo di distrazione. Funiji, sorpreso per il mio gesto nei confronti del suo seguace, non poté fare a meno di correre in aiuto di questo e non ci volle molto perché io, provato dalla battaglia e molto più debole di lui, capitolassi. Sconfittomi mi chiese il motivo del mio gesto e spiegandogli il malinteso riuscii a farmi perdonare. Ma ormai il suo perdono non poteva cancellare il mio gesto: io, Draugkhelek, arcano proveniente dalle gelide terre del nord e conosciuto anche come il Lupo di Ghiaccio, avevo attaccato senza motivo un uomo. Il fatto non poteva restare nascosto; alcune guardie, attirate dal fragore della battaglia, si erano avvicinate e avevano assistito al mio crimine. Anche se avessi provato a spiegare che c'era stato un malinteso non avrei avuto scampo; le leggi di Midgaard parlano chiaro: chiunque attacchi un uomo senza motivo e senza la licenza di uccidere concessa dal sindaco è considerato un fuorilegge da punire con la morte nel caso di riavvicinamento alle porte della città. Da allora iniziò la mia vita da fuorilegge che continuo ad intraprendere ancora oggi, costretto a restare al di fuori di Midgaard e a fuggire per evitare una morte certa.








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