Passeggiando nella cittadina di

Silmaril
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Locanda del Granchio Rosso

I Racconti

L'ultima volta incontrai Danaban in locanda, e fu lì che mi raccontò questa storia...


Da poco avevo ritrovato arcani oggetti di potere, dei neri stivali con fibbia argentata ed una spada scura dai carminii riflessi talmente ben fatta che lo sguardo vi si perdeva dentro sognando di saccheggi e massacri. Dovevo verificarne la potenza, si, avrei dovuto abbattere un potente avversario per capirne appieno i poteri ...
Scortato da Janeba, un valoroso avventuriero che pare non propendere verso nessun piatto della bilancia (ti confesso che adoro questo suo aspetto ambiguo), il quale ben volentieri si era offerto di farmi da testimone al duello come ben volentieri mi aveva impregnato dei suoi arcani sortilegi contorniandomi anche di un aura di luce grigiastra (mi han detto che sui servi del bene tale luce è bianca!), d'altronde sono un araldo del CAOS nessuno mai si aspetterebbe un leale combattimento da parte mia, io per primo, mi apprestai verso la città di Solace.
Solace si, era lì che uno dei miei peggior nemici risiedeva ora. Sotto le spoglie del capitano delle guardie, uno dei più potenti araldi del bene, colui che aveva per sempre sfigurato il mio volto (una cicatrice infatti mi segna dalla fronte al mento) stava per conoscere la mia ira e la mia vendetta.
Purtroppo per me le cose non andarono come avevo previsto, feci infatti irruzione nel suo covo armi in pugno pronto a misurarmi con questa feccia smidollata quando ad un tratto venni attirato da dei rumori all'esterno del rifugio. E lì dove Janeba mi stava aspettando li trovai intenti a duellare all'ultimo sangue, loro, il mio nemico e il mio testimone si davan battaglia in un modo feroce e spietato che già faceva ribollire il sangue nelle mie vene. Come spesso accade venni accecato dal sangue e mi gettai alla carica pronto a falciare il mio avversario, un velo di sangue era sceso sui miei occhi nello stesso momento in cui vedevo Janeba perire sotto i colpi di quell'araldo tanto odiato. Non mi ero minimamente reso conto che la sua potenza era di molto accresciuta dal nostro ultimo scontro, la mia ira era tale che non vedevo nè sentivo i suoi colpi in un mulinare di fendenti feroci che stavo menando con la spada in un pugno e la scure nell'altro ... inevitabile fu la mia fine, falciato dalla sua più grande esperienza e velocità, caddi con uno squarcio al petto.
Ma benevoli sono i miei dei che anni addietro mi donarono la capacità di far ritorno dall'abisso, così accompagnai Janeba di nuovo nel mondo e lì giurai che un giorno l'araldo sarebbe stato calpestato dai miei stivali con la bocca piena di polvere e lo stomaco pieno di acciaio.
Sia da monito a tutti coloro che di malvagio l'animo hanno, l'araldo è pericoloso, guardatevi da lui, e se mi toglierete la vendetta ... GUARDATEVI DA ME.

Danaban THE BUTCHER.








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