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Deathtrap Dungeon
secondo un resoconto di Kijio
Una vecchia filastrocca hobbit recita a proposito del Dungeon
- O, creature coraggiose di Silmaril, ascoltate attentamente:
- assai facile è la via che lì vi conduce
- assai difficile è completare il suo percorso.
Nulla di più vero.
Indipendentemente se siete buoni o cattivi, arroganti o umili, forti o deboli tutto vi
apparirà pericoloso.
Una volta entrati i vostri occhi incominceranno a fatica ad abituarsi all'oscurità.
Le pareti, di mattoni e pietra secolari, ed i mille cunicoli che vedrete saranno il simbolo
della vostra eterna indecisione sulla strada da intraprendere.
In mezzo all'odore di salnitro e muschio sentirete voci e bisbiglii sconosciuti che vi
sembreranno generati dai muri stessi. Non capirete da chi o cosa sono emessi, da dove
provengono e a chi sono diretti, se danno consigli o vi stanno maledicendo. Ma, se volete
capirli, nel dubbio, dovrete camminare.
Inizierete il vostro cammino, sapendo che il suolo che calpestate fu dimora di un popolo ed
una città ben più grande dell'attuale Midgaard, con le sue alte volte
e le porte in ferro o legno, recanti simboli e messaggi che sta a voi decifrare.
Strani esseri, memorie di un passato ancora presente, sono rimasti in questi bui e reconditi
posti, dove le poche luci che si trovano provengono perlopiù da fonti magiche.
State attenti! Dietro ogni angolo e porta si può nascondendere un nemico o una trappola
mortale e nulla (o quasi) vi indica il giusto cammino.
Molti sono quelli che vi sono periti oppure hanno rinunciato per la troppa
paura, pochi sono riusciti nell'avventura e sono usciti, portando con se tesori, magnifici
orpelli ed armature.
A voi la scelta!
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