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Villaggio degli Zingari
secondo un resoconto di Telan
Questa regione è molto più tranquilla di quanto possa sembrare inizialmente:
circondato da tenebrose paludi ricche di insidie, questo villaggio è stato creato
dalle famiglie di zingari che percorrevano abitualmente questa pista carovaniera e che
desideravano un posto sicuro in cui fermare i loro carriaggi.
Costituito principalmente dai cerchi di carri delle varie confraternite gitane, questo
centro abitato possiede anche tutti gli edifici indispensabili per lo stanco avventuriero
di passaggio (locanda, emporio, fabbro, etc.) ed anche qualcosa di più (come si fa
a resistere al richiamo della vecchia zingara che legge la mano e vi predice il futuro?).
La popolazione è amichevole ed il capo villaggio sarà spesso presente per
accertarsi che veniate trattati con ogni riguardo, anche se consiglio ugualmente di evitare
di entrare a cuor leggero tra le carovane poste attorno alla pista centrale: alcuni zingari,
infatti, non vedono di buon occhio gli stranieri troppo impiccioni e vi potreste ritrovare
a galleggiare a faccia in giù nella palude con un coltello piantato nella schiena.
A proposito di paludi, quella situata a nord del villaggio, l'ho trovata assai interessante
per svariati motivi: primo, è stata magicamente creata come confine invalicabile tra
questa regione ed il regno del Signore di Ravenloft (sì, proprio lui, il potentissimo
Vampiro che vostra nonna usava per spaventarvi e mandarvi a letto presto quando eravate
piccoli).
Secondo, adoro rischiare la vita tra sabbie mobili e mostri delle paludi; terzo, ... beh,
che bisogno ho di così tanti motivi, sono un Nano, non uno di quei pavidi filosofi elfi!
Personalmente, l'unica cosa che sono riuscito a fare in questa palude, oltre al perdermi
svariate volte, è stato avvistare in lontananza un maniero tenebroso e assai poco
invitante: chi di voi riuscirà a raggiungerlo è pregato di chiamarmi il
più presto possibile (non vorrete affrontare delle schiere di Vampiri e Non Morti
senza un Nano al vostro fianco, no?).
Telan l’Irruento
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